Reggia Speciale per Un’Estate da Re

Un biglietto al costo ridotto di 10 euro per gli spettatori della VI edizione di Un’Estate da Re.

Per invitare gli spettatori di “Un’Estate da Re” a restare in città e scoprire le bellezze ed eccellenze del nostro territorio, anche quest’anno la Reggia di Caserta offre un biglietto ridotto per la visita agli Appartamenti Reali e all’intero Parco Reale (incluso Giardino Inglese) da utilizzare nel giorno successivo a ciascuno spettacolo. Il biglietto è nominativo, e dà diritto all’accesso unicamente nel giorno successivo allo spettacolo (fatta eccezione per l’evento di lunedì 26 luglio “Ma l’Amore no” – serata per Lucio Amelio. Considerata la chiusura settimanale del Museo, di martedì, biglietto ridotto darà diritto all’accesso mercoledì 28 luglio). All’ingresso sarà necessario esibire il biglietto di Un’Estate da Re. Il titolo di accesso non è modificabile, né rimborsabile.


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Il Programma:

PIAZZA CARLO DI BORBONE

6 luglio ore 21.00 | “Sotto le Stelle”

Gran Gala Lirico soprano Anna Netrebko tenore Yusif Eyvazov

Orchestra Filarmonica Giuseppe Verdi di Salerno direttore Piergiorgio Morandi

Serata inaugurale con la coppia Reale della lirica internazionale: il soprano Anna Netrebko e il tenore Yusif Eyvazov. Una coppia sinergica che in palcoscenico unisce i suoni sublimi delle loro voci che si fondono personificando gli eroi tragici del melodramma. Alla loro straordinaria capacità interpretativa e alla loro unicità vocale sono, infatti, affidate le più celebri pagine dell’Opera Lirica e alcune belle arie da Salotto Italiane. Un’unione speciale, la loro, che si declina anche nella vita privata del soprano russo e del tenore e che la rende un inno alla gioia. La passione che li unisce finisce ogni volta per intrecciarsi con quella dei ruoli di cui sono protagonisti, impreziosendo la scena con i propri sentimenti reciproci.


8 luglio ore 21.00 | “Phoenix” Mnozil Brass in concerto

In quasi 27 anni di carriera, l’ensemble Mnozil Brass ha eseguito ampiamente e con la massima serietà programmi poco seri, persino sciocchi.

Il nuovo programma “Phoenix” cambia radicalmente le regole del gioco: i Mnozil Brass in questo loro nuovo concerto tratteranno il lato serio della vita con il giusto grado di leggerezza. Tutti i piccoli demoni che allegramente ostacolano la nostra ricerca della verità, della nobiltà e della purezza saranno sottoposti a un esame sfacciato e impertinente.

Chi vuole essere più santo di te? Perché ci piace la caccia piuttosto che essere casti e perché ci divertiamo più di notte che di giorno?

I Mnozil Brass si avventureranno in questa serie di domande con profondità e destrezza, insieme a un pizzico di presunta saggezza dei secoli, nel loro nuovo programma “Phoenix”.

Thomas Gansch (tromba)

Robert Rother (tromba) Roman Rindberger (tromba)

Leonhard Paul (trombone e tromba basso) Gerhard Füßl (trombone)

Zoltán Kiss (trombone) Wilfried Brandstötter (tuba)


10 luglio ore 21.00 | Orchestra Giovanile Luigi Cherubini direttore Riccardi Muti

  1. Schubert, ouverture in do maggiore “in stile italiano” d591

Il 1817 fu un anno fecondo di opere, in quanto Schubert, libero da ogni legame con la famiglia e con la scuola, poté dedicarsi totalmente all’attività compositiva raggiungendo alti livelli nel campo liederistico con il Gruppo al Tartaro, la cui musica sembra assumere le dimensioni maestose di una scultura a bassorilievo, e, su versi di Goethe, con Ganimede in cui la perfetta fusione di poesia e musica esprime in modo eccellente l’ascesa all’Olimpo del protagonista portato dagli artigli dell’aquila che lo ha rapito.

Nonostante la sua predilezione per la musica vocale, in questo stesso anno Schubert compose alcune sonatine per violino e pianoforte, un trio per archi, alcune famose sonate per pianoforte e due Ouvertures definite, probabilmente dal fratello Ferdinand, nello stile italiano per gli evidenti riferimenti a Rossini che in quel periodo trionfava a Vienna. Le due Ouvertures, una in re maggiore D. 590, e l’altra in do maggiore D. 591 possono essere considerate piuttosto delle caricature dello stile italiano dal momento che in esse sono molto enfatizzati gli effetti del crescendo. La prima, che contiene anche una citazione del Tancredi di Rossini, fu composta al rientro del compositore da una matinée dove era stato rappresentato il Tancredi; secondo uno dei suoi biografi Schubert avrebbe composto questa ouverture per una scommessa e, cioè, per dimostrare ad un amico, che aveva tessuto grandi elogi della musica del compositore italiano, che anche lui avrebbe potuto comporre con facilità e in brevissimo tempo ouvertures simili a quello stile.

F. Schubert, sinfonia n. 9 in do maggiore “la grande” d944

La Sinfonia n. 9 in do maggiore D 944, nota anche come La Grande per distinguerla dalla sesta sinfonia, fu composta da Franz Schubert nel 1825 a Vienna. Schubert compose la sua nona sinfonia nell’estate  del  1825  e  la  portò  all’orchestra  della Gesellschaft der Musikfreunde perché fosse eseguita. L’orchestra però rifiutò l’incarico, trovandola troppo difficile.L’autore a questo punto accantonò la partitura, che fu ritrovata nel 1838 da Schumann in una montagna di manoscritti accatastati in casa del fratello del compositore.La prima esecuzione, un evento memorabile nella storia della musica, avvenne a Lipsia, nel 1839, con Mendelssohn alla direzione della Gewandhaus.


APERIA DELLA REGGIA DI CASERTA

18 luglio ore 21.00 | Orchestra del Teatro di San Carlo violino solista Gennaro Cardaropoli direttore Jordi Bernàcer

Max Bruch Concerto n. 1 Op. 26 in Sol minore

Il concerto per violino e orchestra n. 1 in sol minore Op.26 è il primo di tre concerti per violino scritti dal compositore tedesco Max Bruch. È uno dei concerti più noti per violino solista nonché probabilmente l’opera più conosciuta del compositore. Intorno al 1864, Bruch, allora ventiseienne, intraprese la composizione di un’opera per violino e orchestra. Per far ciò si servì dei consigli di diversi virtuosi dello strumento, tra cui spicca József Joachim al quale è dedicata l’opera.

Il concerto fu terminato inizialmente nel 1866 e la prima esecuzione avvenne il 24 aprile dello stesso anno a Coblenza. Il solista fu Otto von Königslow e lo stesso Bruch diresse l’orchestra, ma senza suscitare troppo clamore. Successivamente il concerto fu rivisto in maniera considerevole dal compositore tedesco, che utilizzò come modello di riferimento il Concerto per violino e orchestra in mi minore di Mendelssohn, con l’aiuto del solo Joachim, il quale aggiunse le cadenze del violino solista. La versione rivisitata del concerto, la stessa che ci è pervenuta oggi, fu ultimata nel 1867 e la prima esecuzione, eseguita dallo stesso Joachim, avvenne a Brema il 5 gennaio 1868, sotto la conduzione di Karl Martin Rheinthaler.

F. B. Mendelssohn Sinfonia n. 4 in la maggiore “Italiana” Op. 90

Le sinfonie, composte in età adulta, di Mendelssohn sono state numerate approssimativamente nell’ordine in cui furono pubblicate, piuttosto che con l’ordine in cui furono composte. L’ordine di composizione effettiva è: 1, 5, 4, 2, 3. I viaggi di Mendelssohn in Italia lo ispirarono nella scrittura della sinfonia n. 4 in la maggiore, conosciuta come la Sinfonia Italiana. Venne eseguita per la prima volta nel 1833, ma il compositore non permise che la partitura venisse pubblicata durante la sua vita, in quanto cercò continuamente di riscriverla.


21 luglio ore 21.00 | “Et Manchi Pietà”

Accademia D’Arcadia & Anagoor

Il progetto nasce dall’esigenza di dar vita a una creazione di videoart | musica dal vivo che, partendo dall’opera della pittrice Artemisia Gentileschi (Roma 1593 — Napoli ca. 1656), si propone di esplorare alcune particolarità della pittura e della musica del primo barocco italiano, mettendo in risalto le specificità creative e il loro portato emotivo in 13 brani che corrispondono ad altrettanti capitoli visivi del film dove musica, narrazione ed immagini si stringono in un intreccio teatrale indissolubile. Anagoor in stretta collaborazione con Accademia d’Arcadia ha progettato un dispositivo per una grande visione che si sprigioni in raccordo con la musica. Tredici grandi quadri, tredici stazioni di una vita, sposano altrettanti brani musicali barocchi traducendone l’umore melanconico, violento o esuberante, legandoli indissolubilmente ai temi pittorici della Gentileschi e ad un gesto artistico dalla potenza rabbiosa la cui eco è capace di permanere come un fantasma a distanza di secoli. L’impaginato musicale segue le vicende di Artemisia nelle principali città italiane, con brani di compositori suoi contemporanei (Monteverdi, Strozzi, Landi, Rossi, Castello, Trabaci, Merula, Marini), selezionati al fine di a illustrare al meglio il percorso estetico ed emotivo evocato dalla narrazione. L’estetica barocca del primo Seicento ragiona sulla negazione stessa delle regole e delle certezze, su asimmetria, contraddizione e meraviglia: questa è una musica in perenne tensione, che spesso rappresenta anche una cultura della trasgressione e di intensi eccessi, caratteristiche che la legano indissolubilmente ai temi estetici elaborati nei dipinti di Artemisia.


25 luglio ore 21.00 | “Omaggio a Iannis Xenakis” Les Percussion de Strasbourg in concerto

Alexandre Esperet, Minh-Tâm Nguyen, François Papirer, Thibaut Weber, Hsin- Hsuan Wu, Yi-Ping Yang

Le Percussions de Strasbourg sono orgogliose di aver collaborato così a stretto contatto con Iannis Xenakis ingegnere del suono di fama mondiale che ha dedicato loro le opere Persephassa (1969) e Pléiades (1979), diventate un must nel campo delle percussioni.

Pléiades, uno dei pezzi più belli scritti da Iannis Xenakis. La ricchezza dei timbri, la libertà e la coerenza della composizione fanno di quest’opera un’avventura ritmica unica. Le Pleiadi di solito evocano l’ammasso di stelle scintillanti nella spalla destra della costellazione del Toro. Secondo la mitologia greca, questo ammasso di stelle rappresenta le sette sorelle o Pleiadi, servitrici di Artemide, dea della luna. Si dice che una delle sorelle, Elettra, sia scomparsa come una cometa, divora dal dolore dopo l’assedio e la distruzione della città di Troia costruita da suo figlio Dardano, vittima del famoso stratagemma del cavallo di Troia. Il candore e la nebbia in cui compaiono le Pleiadi sarebbero il risultato delle lacrime versate dalle sei sorelle abbandonate da Elettra. Gli strumenti utilizzati vanno dalle tastiere (vibrafono e marimba), a vari strumenti a percussione e il «sixxen» – uno strumento a percussione creato appositamente per questa composizione. Persephassa si è affermata come un classico definitivo nel repertorio delle percussioni. È stato presentato per la prima volta nel 1969 in Iran dai suoi dedicatari, Les Percussions de Strasbourg.

Il titolo Persephassa si riferisce alla dea Persefone, o Kore, personificazione delle forze telluriche e delle trasmutazioni della vita. Questi sono legati ai cicli cosmici delle specie viventi e all’uomo in particolare, la base è il periodo, l’iterazione, l’essenza stessa della teoria dei numeri e della matematica. Questa è la ragione alla base del ruolo delle percussioni, che simboleggiava anche attività telluriche e celesti.


26 luglio ore 21.00 | “Ma l’Amore No” Serata per Lucio Amelio

con Patrizio Trampetti, Lino Vairetti, Lalla Esposito, Tony Esposito, Tomas Arana

video a cura di Mario Franco e Mario Martone regia Giorgio Verdelli

Lo spettacolo “Ma l’Amore No”, serata per Lucio Amelio, è un vero “concerto a più voci” con la regia di Giorgio Verdelli che introdurrà la serata coordinando il repertorio di foto e video inediti di Lucio Amelio.

Sarà un concerto ma anche un racconto e di quel momento di grande creatività napoletana ed internazionale. “Ma l’Amore No” è pensato appositamente per questa edizione di “Un’ Estate da Re” con una formazione che gli anglosassoni chiamerebbero “All Stars”.

Lino Vairetti, Patrizio Trampetti, Lalla Esposito, Eugenio Bennato e Toni Esposito con Tomas Arana special guest canteranno i brani del disco integrandoli alcuni evergreen che amava Lucio ed una band di rinomati musicisti. Le foto di Fabio Donato, Peppe Avallone e Luciano Ferrara molte delle quali assolutamente inedite, saranno la scenografia dello spettacolo nello schermo alle spalle dei musicisti, dove si vedranno anche dei filmati introduttivi curati da Mario Franco.

Coordinamento artistico: Lino Vairetti

Foto di: Fabio Donato, Luciano Ferrara, Peppe Avallone Produzione: Sudovest Produzioni srl

Produttore esecutivo: Silvia Fiorani


28 luglio ore 21.00 | Omaggio a Caruso “Caro Enrico…”

Orchestra Filarmonica Giuseppe Verdi di Salerno tenore Vittorio Grigolo

voce recitante Pamela Villoresi regia Riccardo Canessa direttore Daniel Oren

In occasione del Centenario della morte di Enrico Caruso, l’omaggio di “Un’Estate da Re” nel racconto di Lina Cavalieri, interpretata da Pamela Villoresi, attraverso le circa 200 lettere che sono arrivate ai nostri giorni, di quegli anni in cui la famosa “kissing primadonna” attrice e cantante, a suo tempo ritenuta “la donna più bella del mondo”, era compagna d’arte, amica e confidente di Caruso.

Lo spettacolo, liberamente tratto da “Ridi Pagliaccio, Vita, morte e miracoli di Enrico Caruso” di Francesco Canessa, alterna il recital al concerto vero e proprio con la star internazionale Vittorio Grigolo che eseguirà arie di Verdi, Puccini e Leoncavallo.


4 agosto ore 21.00 | “Summer Tour” Ludovico Einaudi in concerto

violino e viola Federico Mecozzi violoncello Redi Hasa

Nell’estate in cui tutto vuole ricominciare, Ludovico Einaudi riporta la sua musica in cammino nella natura e invita il pubblico a camminare insieme a lui, suonando “Seven Days Walking”, un progetto musicale nato da un’idea dell’artista a seguito di lunghe camminate sulle Alpi innevate. Il progetto consiste in un insieme di 7 album pubblicati con cadenza mensile per sette mesi consecutivi dal 15 marzo 2019 (uscita del primo album) fino al 20 settembre 2019.

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